Abbiamo già visto a quanto ammonta lo stipendio di Cristiano Ronaldo, ma soprattutto in che modo viene impiegato e non si può certo dire che il cinque volte vincitore del Pallone d'oro badi a spese. L'ultimo folle acquisto di CR7? Circa 31 mila euro in vino. Precisamente un Henri Jayer Richebourg Grand Cru e un Pomerol Petrus.
Una vacanza a Londra, prima di tornare ad allenarsi a Torino e una tranquilla serata in famiglia, per festeggiare il primo compleanno della figlia Alana Martina. Questi erano i “semplici” programmi di Ronaldo, reduce dalla vittoria di domenica sera a San Siro sul Milan, ma i tabloid inglesi non lo hanno mollato un secondo.
Come ha svelato il “The Sun”, il campione juventino ha alloggiato in una suite da 11mila euro a notte nell’esclusivo “Bulgari Hotel” e avrebbe speso 31mila euro per due bottiglie di vino da “Scott’s”, un super esclusivo ristorante di Londra. Due bottiglie alquanto speciali: 20mila euro per il Richebourg Grand Cru, e 11mila euro per un Pomerol Petrus del 1982.
«Si sono versati un bicchiere e mezzo di vino prima di correre a vedere un po' di tennis. Non hanno neanche finito la seconda bottiglia. Ma il conto è stato di 27mila sterline e Ronaldo non ha fatto una piega. E' stato l'argomento di discussione del ristorante per tutta la notte».
Quindi, dopo aver terminato (o quasi) la cena, Cristiano Ronaldo si è gustato il grande tennis alle Atp Finals e poi ha accompagnato Georgina alla Royal Opera House per il balletto “La Bayadere”.
È un Henri Jayer Richebourg Grand Cru il vino più costoso al mondo, un prestigioso Borgogna da 20mila euro a bottiglia.
Henri Jayer, vero e proprio rivoluzionario in fatto di viticoltura, già nel 1945 impiegò filosofie e tecniche che oggi sono la normalità. Additato come un visionario a causa del suo vigneto posizionato male nella Côte d’Or, almeno a detta dei suoi compaesani, si rimboccò le maniche e fece la storia dell'enologia.
Era favorevole a un Pinot Noir succoso, equilibrato e fresco, quindi molto attento ai tempi di raccolta che non dovevano superare la giusta maturazione. In cantina apportò grandi novità: fu un maestro nell’arte dell’affinamento in piccoli fusti, il primo ad utilizzare il 100% di fusti nuovi. Fu un pioniere nella scelta delle uve, apportò fermentazioni accurate e fermentazioni malolattiche spontanee molto lunghe. Tecniche che oggi sono acquisite e assimilate.
Ci vollero ben 33 anni di duro lavoro prima che Henry Jayer, con il suo Richebourg Grand Cru, vide nascere il mito e continuò a lavorare fino al 2001, ma nel 1995 le sue vigne entrarono nel patrimonio viticolo dell'azienda del nipote, Emmanuel Rouget.
Ecco la classifica degli imprenditori più facoltosi del pianeta e il loro stipendio a nove zeri.
© 2018 Export Digitale srl - Tutti i diritti riservati - P.IVA IT02851780599 - Informativa Privacy
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.